sabato 10 maggio 2014

La mente dei bambini, il rapporto con la realtà

Si: è un problema di rapporto con la realtà. 

Cari genitori, in questi giorni mi è capitato di girare fra le pagine di facebook di alcune ragazzi e ragazze della nostra scuola. Molte delle foto che ho visto ritraggono soprattutto ragazze (ma non solo) con una forte quanto inconsapevole carica di provocazione sessuale. So bene che le autrici e gli autori di questi autoritratti non comprendono i significati che quelle pose possono assumere, soprattutto se viste da un adulto estraneo - per loro è tutto un gioco virtuale e innocuo. 
Non ho bisogno di ricordarvi che ci sono, là fuori, persone malate e malintenzionate che osservano le foto di vostro figlia con tutt'altro sguardo del vostro. Ma non si tratta solo di questo: si tratta di recuperare un corretto rapporto con la realtà. Noi siamo a disposizione per aiutarvi.
Pier Paolo Eramo (dirigente Scuola Media di ''Fra Salimbene'', Parma)
Un problema di rapporto con la realtà: che oggi è catastrofico. Dal quale scaturiscono un grave malessere collettivo e cattive promesse per il futuro. Un rapporto con la realtà diffuso in modo sempre più endemico e che però - attenzione - non nasce dal caso. Facciamocene una ragione: è un modo di vedere e di pensare voluto, coltivato, perseguito e realizzato con cognizione di causa: 
1. i nostri figli sono nutriti di violenza e di principi autolesionisti dalla tv, dunque in modo "passivo", fin da piccolissimi; 
2. poi, appena in grado di connettersi a un computer, anche in modo interattivo.
Inutile ricordare cose che tutti sappiamo - che sette bambini su dieci navigano ormai sul web e in genere lo fanno autonomamente, ad esempio. Che la confidenza data dai bambini a ciò che non conoscono abbastanza è troppa per definizione - e che dalla rete possono giungere pericoli. 
Ma ha ragione questo preside: il pericolo più grande sta sempre nell'atteggiamento mentale, nelle risorse sui cui, per affrontare i pericoli, ciascuno può contare. La mente è un labirinto, la realtà anche: come non capire che la prima difesa è creare mappe, insegnare a orientarsi? 
Non serve evocare censure ma fare educazione. Di questo parliamo. Battiamo il chiodo. Cosa avrà prodotto nei genitori questo avviso del loro preside? Ci auguriamo non solo uno sguardo veloce sul loro bambino, una ricerca di rassicurazioni individuali. Svegliamoci, c'è tanto da fare! Scuola e genitori si attivino, il più possibile, il più decisamente e  sinergicamente che mai.
C'è tanto materiale in giro.. ma in genere ci si limita a un'occhiata distratta.. qualcuno che si chiede: ma i genitori dove sono? la scuola dov'è? il punto sul "rapporto con la realtà" - per esempio in relazione al bullismo - qualcuno lo fa.. si incontrano riflessioni su ciò che si vuole... suggerimenti su esperienze reali… Andiamo a fondo, di più e meglio, consapevolmente; si può e si deve fare molto, molto di più.

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